Fatture per operazioni inesistenti per un totale di 20 milioni di euro in quattro anni e l’ipotesi di un caporalato degli appalti. Inchiesta della guardia di finanza su una presunta, maxi frode che coinvolge 18 cooperative che avrebbero creato fittizi crediti iva a favore di un consorzio.
Le fiamme gialle hanno denunciato 22 persone residenti nelle province di Como, Lecco, Varese, Monza Brianza, Reggio Calabria e Messina, accusati a vario titolo di emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false, omessa dichiarazione, occultamento e distruzione di documenti contabili. Nel corso delle operazioni sono già stati sequestrati 4 immobili, denaro contante depositato in 89 conti correnti e 2 veicoli.
Le indagini sono state condotte dalla guardia di finanza di Olgiate Comasco, coordinate dal procuratore della Repubblica di Como Nicola Piacente e dal pubblico ministero Pasquale Addesso. Le fatture per operazioni inesistenti, secondo quanto ricostruito dalle fiamme gialle servivano per creare fittizi crediti iva a favore del consorzio.
Le cooperative erano meri contenitori della forza lavoro su cui dirottare i tributi, che poi non venivano pagati. Il consorzio risultava invece un operatore credibile e accreditato sul mercato, anche perché, grazie al meccanismo illecito realizzato attraverso le cooperative riusciva a essere particolarmente competitivo.