Una lettera che sa di ultimatum, con date e riferimenti puntuali. I destinatari tutti i sindaci, soci di Como Acqua srl. Il mittente il consiglio di amministrazione della società, che spinge sull’acceleratore per avviare il tanto atteso progetto di fusione delle Sot (le 12 società che oggi regolano il servizio idrico sul territorio comasco) in un unico soggetto capace di gestire l’acqua in tutta la provincia di Como.
L’obiettivo è chiudere la prima fase dell’operazione entro il 30 giugno per “poter utilizzare, quale situazione patrimoniale di riferimento, il bilancio chiuso al 31 dicembre 2017”, si legge nella missiva inviata ieri. Raggiunto il traguardo il consiglio di amministrazione ha già dichiarato, nero su bianco, di essere pronto a rimettere il proprio mandato. Nella lettera si fa infatti riferimento alle polemiche sorte nelle passate settimane, quando alcune parti politiche hanno apertamente sfiduciato il consiglio di amministrazione chiedendone le dimissioni proprio per la lentezza nel gestire il procedimento. Volontà espressa anche nell’assemblea del 24 aprile. Pronta dunque la replica. “È opinione di questo Consiglio – si legge nella lettera – che, se tale richiesta si concretizzasse ora, si interromperebbe il progetto di fusione riavviato. Con l’approvazione del progetto di fusione e l’introduzione delle modifiche statutarie, si definirà la nuova governance societaria. Per quanto sopra esposto (il riferimento è alle polemiche e alla richiesta di dimissioni avanzate tra gli altri dal forzista Alessandro Fermi e dal leghista Fabrizio Turba), il consiglio di amministrazione, rimette sin d’ora il proprio mandato all’assemblea dei soci, affinché la stessa provveda alla nomina di un nuovo Consiglio di amministrazione al termine della prima fase dell’iter di fusione (30 giugno 2018)”.