Foglie di gelso, asciutte e tagliate in misure diverse, a seconda dell’età del bruco. Il pasto perfetto per la larva che si prepara a rinchiudersi nel suo bozzolo, come ben hanno imparato decine di ragazzini delle scuole medie, che hanno imparato a conoscere il baco da seta con il progetto “Non perdere il filo”, promosso dalla Cooperativa Questa Generazione.
Accudire i bachi, allevarli e farli crescere per restare legati al filo della memoria, per riscoprire il significato di quel “Como città della seta” che per le nuove generazioni rischia di rimanere uno slogan senza significato. Sono decine i bambini di numerose scuole del territorio lariano coinvolti nel progetto. Partecipazione record alla Tibaldi di Cantù, con dodici classi coinvolte nell’iniziativa.
I ragazzini hanno sperimentato la tintura di fazzoletti di seta, utilizzando spezie come la curcuma o il carcadé. Ma soprattutto sono diventati esperti nella cura dei bachi da seta. Hanno allestito dei piccoli allevamenti nelle classi e hanno imparato a nutrirli e pulirli, portandoli a casa, a turni, nei fine settimana, per assicurare ai bruchi la necessaria razione di cibo anche quando a scuola non c’è nessuno.
Il progetto è finanziato da un bando della Fondazione Cariplo. La Cooperativa Questa Generazione ha distribuito 250 kit didattici nelle scuole. <Le giovani generazioni hanno scarsissima familiarità con la seta e con quello che ha rappresentato per Como – spiegano i promotori – e da qui è nato il progetto “Per non perdere il filo”>.
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