Raccolte di denaro continue e trasferimenti altrettanto frequenti di somme importanti in Siria, Turchia, Libano e paesi orientali per attività di riciclaggio ma anche per finanziare gruppi terroristici di matrice islamica, in particolare vicini all’organizzazione Al-Nusra.
Ruotava attorno a una comunità siriana insediata tra le province di Como e Lecco il gruppo di presunti finanziatori del terrorismo islamico smantellato dalla direzione distrettuale antimafia di Brescia, dai finanzieri dello Scico, il servizio di investigazione sulla criminalità organizzata di Roma e del nucleo di polizia finanziaria di Brescia. Le fiamme gialle hanno eseguito questa mattina dieci ordinanze di custodia cautelare in carcere. Tra gli arrestati, 3 erano residenti nel comasco, nell’Erbese e altri due figuradavno residenti a Ponte Lambro ma in realtà non frequentavano il Lario se non per sporadici contatti con parenti o amici. Uno infatti è stato arrestato a Bologna e l’altro a Colico, nel Lecchese. Nell’ambito dell’inchiesta sono poi altri 17 gli indagati, tra i quali 8 residenti sul Lario.
A due tra i siriani residenti a Como arrestati oggi – Subhi Chdid, 40enne residente a Ponte Lambro e Ayoub Chaddad, 41enne residente nello stesso paese del Triangolo Lariano – viene contestato il reato di finanziamento ai gruppi terroristici. Agli altri tre finiti in carcere e agli indagati invece vengono contestati a vario titolo le attività di riciclaggio, autoriciclaggio ed esercizio abusivo di servizi finanziari.
Il gruppo dei siriani, secondo l’accusa aveva avviato un’attività di finanziamento di attività illecite, anche legate ai gruppi terroristici, attraverso il circuito dei money transfer, anche non convenzionali, in particolare il cosiddetto hawala. Uno dei personaggi chiave dell’organizzazione, sempre secondo la ricostruzione dell’accusa è proprio Chaddad, uno dei siriani residenti a Ponte Lambro, con un passato da foreigfn fighter e in costante collegamento con i combattenti impegnati nel conflitto siriano.