“Regoliamo talmente bene le acque del Lario che le esondazioni in piazza Cavour si sono drasticamente ridotte e il livello del lago non è più sceso a -40 centimetri come avveniva in passato. Nessuno, però, vuole riconoscere al Consorzio dell’Adda questi meriti”. Sono le dichiarazioni di Luigi Bertoli, direttore del Consorzio che gestisce la diga di Olginate e regola il flusso delle acque dell’Adda, che fanno seguito alle critiche sollevate dal Tavolo comasco della competitività che si è riunito lunedì al centro remiero di Eupilio. Focus della riunione, il problema legato al livello minimo delle acque del lago di Como, mantenuto al di sotto della quota convenzionale dello “zero idrometrico”. L’ingegner Bertoli dichiara di non aver ricevuto “alcuna comunicazione ufficiale dal Tavolo della competitività” e puntualizza che la costruzione della diga è stata pagata dagli utenti a valle, cioè dai consorzi di irrigazione e dai gestori delle centrali idroelettriche e termoelettriche che utilizzano l’acqua dell’Adda, che finanziano anche l’attività del Consorzio. “Se Como vuole contare di più, – dice – inizi a pagare per i benefici che riceve. Noi, come Consorzio, regoliamo solo un ventesimo dell’acqua che ogni anno scorre naturalmente nell’Adda”. Il direttore passa infine alle accuse relative al cedimento dei muri lungo le sponde. “Il livello del Lario sale e scende lentamente, – conclude – ciò che danneggia le sponde sono le oscillazioni brusche, quelle provocate dalle onde mosse dal vento e dai motoscafi”.