Ritardi nei lavori per il rifacimento del Campo Coni di Como: le società sportive – rimaste da settembre senza pista di atletica – iniziano comprensibilmente a far la voce grossa.
Patrizia Bollinetti, presidente della Comense, denuncia gravi disagi e pesanti conseguenze. “Abbiamo perso la metà degli atleti – dice – da cento sono diventati cinquanta. Rischiamo di vedere vanificato il lavoro di anni. Un lavoro di reclutamento di giovani sportivi e di diffusione dell’atletica leggera, uno sport non facile da far apprezzare in poco tempo”.
Mentre sport di squadra più popolari e diffusi, come il calcio, non hanno difficoltà nel reclutare giovani leve, l’atletica – sport individuale, che richiede molti sacrifici – infatti deve spesso combattere contro numeri risicati e pochi partecipanti.
“Portiamo i nostri ragazzi ad allenarsi a Chiasso – continua Bollinetti – al di là delle complicazioni burocratiche nell’accompagnare minori in uno Stato al di fuori dell’Unione Europea, spendiamo 800 euro al mese per l’utilizzo della pista di atletica in Svizzera”. E Como non riaprirà prima di giugno.
“Quando il Comune inizia un’attività straordinaria, i tempi sono sempre un’incognita – sospira il presidente della Comense – al campo di Rovellasca i lavori sono iniziati un mese fa e tra un mese finiscono. Tempi simili a Gavirate. A Chiasso impiegheranno, secondo il cronoprogramma, tre settimane. Possibile – conclude Patrizia Bollinetti – che solamente noi dobbiamo aspettare mesi interi?”