La nomina dei vertici delle partecipate in Comune a Como passerà da una commissione di tecnici che dovranno verificare la regolarità delle procedure. Un accorgimento dettato probabilmente anche dalla brutta figura rimediata qualche settimana fa dal sindaco Mario Landriscina con la nomina, poi revocata, del capo di gabinetto. Una precauzione che ha già fatto saltare qualche poltrona.
Almeno due nomi eccellenti rimarranno fuori dai consigli di amministrazione nei quali avrebbero dovuto sedere. Si tratta di Stefano Vicari, segretario cittadino di Forza Italia. E di Mario Rezzonico, probabilmente il più stretto collaboratore di Landriscina. Il primo era stato indicato dal primo partito della maggioranza di centrodestra per il consiglio di Spt. Il secondo era in predicato di occupare la vicepresidenza di Acsm-Agam.
Entrambi sono stati costretti a un passo indietro da un articolo del regolamento comunale sulle nomine, quello che vieta l’ingresso nel governo delle partecipate a chi ha avuto incarichi politici esecutivi fino a sei mesi prima della designazione. Vicari, come detto, è segretario cittadino di Forza Italia dall’ottobre dello scorso anno, mentre Rezzonico è coordinatore della lista civica del sindaco sin da prima delle elezioni.
«Per le nomine ho voluto un meccanismo di controllo di una commissione di tecnici – dice il sindaco – anche per non ripetere errori che sono sempre sgradevoli. Ho chiesto che sia valutata l’ammissibilità delle proposte, e infatti molte di queste non hanno superato il vaglio delle verifiche». Così, le candidature si sono ridotte molto di numero e il lavoro della commissione ha rallentato i tempi delle nomine. «Non mi piace mandare via le persone a metà del loro lavoro – sottolinea però il sindaco – Se qualcuno si fosse dimesso, come accade talvolta per un gesto di cortesia istituzionale, avrei valutato il da farsi. Ma qui nessuno si è fatto avanti, tranne una persona della quale non faccio il nome. Ho apprezzato molto il suo gesto e l’ho pregata di andare avanti».