Palababele: qualcosa torna a muoversi nell’area dell’eterna opera pubblica incompiuta di Cantù. Non ruspe, non operai, non gru o betoniere: uomini o macchine restano fermi, l’enorme area di viale Europa dove sarebbe dovuto nascere il nuovo palasport resta silenziosa.
Chi parla, invece, è Turra, la società che si aggiudicò la costruzione del palazzetto. E chiede al Comune di Cantù un incontro.
La conferma arriva dal sindaco della città del mobile, Edgardo Arosio. “La precedente amministrazione, com’è noto, aveva risolto il contratto avanzando anche una richiesta economica. Sono passati anni, la causa per danni è andata avanti e ora da Turra ci è arrivata una richiesta di incontro, in ottica conciliatoria. Noi abbiamo novanta giorni di tempo per decidere cosa fare”.
Arosio si limita a confermare questo contatto con Turra ma per ora non si sbilancia. “E’ presto per esprimere qualsiasi tipo di valutazione – dice – certamente il progetto del palazzetto risale a tempi in cui l’economia cresceva a ritmo costante, poi la crisi si è abbattuta su tanti progetti immobiliari simili. Ora analizzeremo serenamente la questione e decideremo cosa fare”.
L’area del Palababele è quasi l’equivalente canturino della Ticosa di Como. Un cantiere infinito. Prima la costruzione di un palazzetto incompiuto, poi l’abbattimento, quindi la ricostruzione interrotta. Una storia senza fine.