Falsi contratti di lavoro agli immigrati per ottenere il permesso di soggiorno. Un giro da migliaia di euro scoperto dalla polizia di Stato di Como, che questa mattina ha dato il via ad un’operazione che ha portato all’arresto di due persone, un italiano e un tunisino, accusati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, falso e induzione in errore del pubblico ufficiale. Sono ben 130 le persone denunciate a piede libero all’autorità giudiziaria e sarebbero almeno 26 i datori di lavoro che hanno attestato le false assunzioni.
L’inchiesta è scattata un anno fa dopo la denuncia di uno straniero che aveva versato 4mila euro al tunisino poi arrestato oggi per ottenere un permesso di soggiorno grazie a documenti di lavoro falsi consegnati all’ufficio immigrazione. Il tunisino aveva poi preteso altri soldi dallo straniero, che si era rivolto alle forze dell’ordine.
Le successive indagini hanno portato allo scoperto un giro molto vasto di permessi di soggiorno ottenuti illecitamente. L’organizzazione aveva un vero e proprio tariffario. Gli stranieri pagavano mille euro per il contratto di lavoro fittizio, 600 per un certificato di residenza, 300 per una dichiarazione di ospitalità e 100 per ogni busta paga fittizia.
Gli arrestati sono un tunisino di 49 anni residente a Como, Rafik Touati e Elia Filippo, 33 anni, originario di Palermo e residente a Ramponio Verna. L’italiano, secondo quanto ricostruito dalla polizia, non solo si prestava a fare il finto datore di lavoro ma reclutava altre persone disposte a firmare falsi contratti di assunzione. Gli stranieri venivano assunti perlopiù come domestici e venivano obbligati anche a versare i contributi all’Inps per non destare sospetti. Tra i 130 denunciati ci sono persone che contribuivano a vario titolo all’attività illecita, ad esempio per la produzione dei documenti o la sottoscrizione di falsi certificati di ospitalità
Gli stranieri che hanno ottenuto il permesso di soggiorno tramite gli arrestati sono stati segnalati agli uffici immigrazione per l’eventuale revoca del permesso se già ottenuto oppure per respingere le richieste.