Processo subito per ventisei persone per la ‘ndrangheta a Cantù. La Direzione distrettuale antimafia di Milano ha chiesto il giudizio immediato per tutte le persone coinvolte nelle indagini sul giro di estorsioni legate al controllo dei locali di piazza Garibaldi a Cantù, tra le quali nove residenti nel Canturino e nella Brianza comasca. Gli arresti risalgono allo scorso settembre e la vicenda aveva suscitato scalpore e polemiche nella Città del Mobile.
L’inchiesta aveva fatto emergere una faida interna a due gruppi criminali presenti in Brianza che si contendevano il dominio del Locale di Mariano Comense ovvero lo storico clan dei Muscatello e del gruppo che faceva capo al nascente rampollo della famiglia Morabito di Africo. Violenze che iniziarono all’interno di una discoteca e che proseguirono in strada con la gambizzazione di Ludovico Muscatello, nipote dell’anziano boss Salvatore.
Gli accertamenti della direzione antimafia hanno fatto emergere anche una lunga serie di atti intimidatori, pestaggi ed estorsioni a esercizi commerciali che si affacciavano sulla piazza o che si trovavano nelle immediate vicinanze. Proiettili lasciati sul tetto delle auto di titolari di bar, conti non pagati, risse scatenate nei locali per far perdere la clientela e molto altro, con il solo scopo, per l’accusa di «acquisire e controllare le attività economiche ubicate nella zona centrale di Cantù».
Sarebbero tre, tra i nove residenti in provincia di Como, gli indagati cui viene contestata l’appartenenza alla ’ndrangheta, tramite l’affiliazione al Locale di Mariano Comense. Gli altri invece si prestavano alle attività di controllo della piazza attraverso atti intimidatori e pestaggi.
L’appuntamento di fronte ai giudici di Milano per il giudizio immediato è stato fissato per il 12 aprile. Le parti avranno ora la possibilità di chiedere il rito Abbreviato. In questo caso verrà fissata una nuova data d’udienza per chi dovesse optare per questa scelta.