Il 30 marzo e l’11 aprile sono le prossime due date importanti per la vicenda del viadotto dei Lavatoi e del ricorso presentato dal Comune per chiedere accertamenti tecnici. Il caso sembra comunque destinato a trascinarsi a lungo. I prossimi passaggi emergono dopo la decisione del Tribunale che ha respinto il ricorso contro i dirigenti Antonio Viola e Pietro Gilardoni e gli ex assessori Stefano Molinari e Daniela Gerosa.
I quattro dunque escono di scena, mentre prosegue l’iter nei confronti dell’impresa esecutrice, dei tre direttori dei lavori, del collaudatore tecnico amministrativo e del collaudatore statico. In tutto sei soggetti, ai quali però si aggiungeranno l’impresa cui vennero subappaltate le opere e le assicurazioni dei coinvolti. Per questo il giudice ha fissato la data del 30 marzo come termine per chiamare in causa altre eventuali parti, che poi saranno verificate nell’udienza dell’11 aprile. Quel giorno, presumibilmente, se tutto dovesse essere stato svolto in modo corretto, verrà anche messo nero su bianco il quesito da sottoporre al consulente che verrà poi nominato per l’accertamento tecnico preventivo.
La vicenda tuttavia proseguirà, perché fin da ora si sa che dovrà essere successivamente fissata una ulteriore udienza per il giuramento del consulente e l’affidamento del citato incarico di perizia sul viadotto. Solo da quel momento inizierà l’iter che porterà all’inizio delle eventuali operazioni dei periti e al sopralluogo sul ponte dei Lavatoi.
L’accertamento tecnico preventivo invocato dal comune sul viadotto che dalla scorsa estate è chiuso al transito per i mezzi pesanti, nasce dall’esigenza di effettuare lavori urgenti per la messa in sicurezza della struttura.
«C’è comunque soddisfazione per quello che ha deciso il giudice – commenta l’avvocato Pietro Mario Vimercati che assiste l’ex assessore Stefano Molinari – Sono state accolte in toto le posizioni delle difese che sottolineavano come mancassero le norme per coinvolgere nella causa assessori e dirigenti del Comune. Aspetti che noi ritenevamo evidenti fin da subito, per questo siamo rimasti perplessi di fronte alla volontà di Palazzo Cernezzi di proseguire su questa strada».