“Una situazione a macchia di leopardo crea confusione e non aiuta a contenere i costi”.
Alcune scuole superiori hanno introdotto la settimana corta, altre lo faranno. Altre ancora invece hanno bocciato la proposta e continueranno a ruotare su sei giorni.
Una situazione disomogenea che – spiega Mirko Baruffini, consigliere provinciale delegato alla Mobilità – rende difficile, più difficile organizzare in modo efficiente le corse degli autobus.
A Como, ad esempio, Pessina e Da Vinci – Ripamonti da tempo adottano la settimana corta. Quest’anno si è aggiunto anche il Caio Plinio, e dall’anno prossimo il liceo Ciceri.
In tutte le altre scuole superiori la campanella suona anche il sabato.
In provincia il Sant’Elia di Cantù funziona su cinque giorni, così come il Romagnosi, ma solo nella sede di Longone al Segrino, mentre la sede di Erba adotta un orario tradizionale.
“Da tre anni lottiamo per mantenere un livello di efficienza del trasporto pubblico locale pur con risorse in continuo calo – spiega Baruffini – dal nostro punto di vista, avere tutte le scuole superiori chiuse al sabato costituirebbe un forte risparmio, perché non dovremmo aggiungere le corse scolastiche anche al sabato.
Di certo, questa situazione di disomogeneità aumenta i problemi di organizzazione delle corse e duplica i costi. In futuro – conclude Baruffini – auspico che tra le scuole del territorio vi sia il maggior coordinamento possibile, in tema di orari. Dal nostro punto di vista, cercheremo di venire incontro alle mutate esigenze degli studenti”.
“Da parte di ASF non c’è nessuna preclusione, ma la piena disponibilità di rivedere gli orari secondo le esigenze delle scuole se ci fosse l’intenzione di passare alla settimana corta. – spiega Asf Autolinee – E’ una decisione che va programmata per tempo e che sia il più possibile condivisa da tutti gli istituti in modo da permetterci di adeguare gli orari dei bus in maniera coerente”