“La pratica di Salita Peltrera non si sbloccava, così dissi al comune che ci saremmo fatti carico noi del costo dei lavori, 100mila euro, pur di smuovere la situazione”. E’ uno dei passaggi chiave della testimonianza dell’imprenditore che avrebbe corrotto i dirigenti comunali Antonio Viola e Pietro Gilardoni. L’uomo è stato sentito oggi in aula in Tribunale a Como durante il processo nato dall’indagine sulle paratie e che ha finito con il coinvolgere tutta una serie di opere pubbliche della città.
Al centro dell’udienza di oggi la presunta corruzione per l’allargamento di Salita Petrera, passaggio obbligatorio per la successiva ristrutturazione di un edificio privato. Durante la testimonianza, c’è stato un riferimento ai 3.000 euro di remunerazione per Viola, che era già in pensione: <Gli chiesi di seguirmi la pratica perché non eravamo in grado, soprattutto da un punto di vista progettuale. Lo pagai per il lavoro che aveva fatto per me ma non era già più dipendente del Comune di Como>, ha detto l’imprenditore. <La somma era il pagamento della prestazione per il progetto predisposto>, ha aggiunto.
Il pubblico ministero ha letto le intercettazioni tra l’imprenditore e Gilardoni: “Tu passi da me, a me hanno insegnato a pagare, capito quello che voglio dire?”. <Non era una frase rivolta a remunerare Gilardoni, ma ai lavori che mi ero offerto di fare>, ha detto l’imprenditore. Ultimo argomento, un incarico da 14mila euro che lo stesso imprenditore fece avere a Gilardoni per un collaudo a San Giuliano. <Era un cantiere molto delicato e mi serviva una persona qualificata>, ha detto l’imprenditore.
Dalla prossima udienza inizierà l’esame degli imputati.