Dal Gran Consiglio arriva il via libera al controllo sistematico dei salari. Contrastare il dumping salariale, è l’obiettivo dell’iniziativa targata Giorgio Fonio, Maurizio Agustoni e Luca Pagani, tutti gran consiglieri del Partito Popolare Democratico (Ppd) che, nonostante le iniziative resistenze di alcune forze politiche, è stata accolta dal Gran Consiglio del Canton Ticino.
La proposta è passata con 59 sì, 23 no e 2 astensioni. Favoreli all’iniziativa del Partito Popolare Democratico, Lega, Verdi, Partito socialista e i sindacati, contrari Governo, Partito Liberale Radicale Ticinese e le associazioni economiche. L’idea è di verificare in modo puntuale le condizioni salariali offerte dal datore di lavoro ogni qual volta viene rilasciato un permesso e, in caso di anomalie o abusi, sanzionare i trasgressori.
La proposta di Fonio si articola in maniera semplice. Una procedura di rilascio dei permessi di lavoro con un controllo sistematico delle codizioni salariali offerte dal datore di lavoro, riuscire dunque a combattere il dumping salariale prima che riesca a mettere radici e infine la verifica: conformità con quanto stabilito dai contratti normali e da quelli collettivi di lavoro. “La possibilità di reperire manodopera estera a basso costo è la causa principale di concorrenza sleale tra i lavoratori”, ha più volte sottolineato il Ppd.
Un tema, quello della parità salariale, portato avanti anche dai sindacati.
“L’obiettivo principale è che in questo modo non venga più applicata una concorrenza sleale ma una concorrenza leale basata dalla qualità della manodopera e non dall’opportunità di pagarla meno – spiega Sergio Aureli, responsabile frontalieri del sindacato svizzero Unia – Bisogna dunque contrapporsi a tutti quei datori di lavoro che sfruttano i lavoratori pagandoli meno dai contratti stabiliti”.