<Sono stato minacciato dal fratello di uno degli imputati>. Nuovo colpo di scena oggi nel processo in Corte d’Assise a Como per l’omicidio di Alfio Molteni, l’architetto di Carugo ucciso sul cancello di casa. Un testimone ha denunciato presunte intimidazioni che avrebbe subito dal fratello di Vincenzo Scovazzo, sul banco degli imputati con il presunto mandante Alberto Brivio e l’investigatore privato che forniva informazioni sugli spostamenti dell’architetto.
<Veniva fuori dal mio negozio con una macchina nera di lusso, puntava la vettura verso la vetrina e stava lì a guardarmi>, ha detto il testimone. Atteggiamento intimidatorio che ha portato il teste a dire di non sentirsela di proseguire nella testimonianza.
La difesa di Vincenzo Scovazzo ha giocato invece una carta ritenuta importante, quella di un “supertestimone” che conoscerebbe dettagli su quanto avvenuto a Carugo il 14 ottobre 2015. Si tratterebbe di un detenuto che mentre attendeva di essere trasferito a Como per un processo, parlando con Scovazzo avrebbe riferito di sapere chi c’era sul luogo dell’agguato costato la vita a Molteni. La Corte d’Assise ha ammesso il testimone che verrà sentito nelle prossime udienze.
La versione della Procura è che su mandato della moglie della vittima Daniela Rho e di Alberto Brivio e su incarico di Luigi Rugolo, Vincenzo Scovazzo, Giuseppe De Martino e Michele Crisopulli si presentarono a Carugo per compiere quell’atto intimidatorio che per errore si trasformò in omicidio.
Molti i testimoni che sono sfilati oggi. Tra questi anche il 30enne di Cesano Maderno che avrebbe aiutato Crisopulli a bruciare l’auto di Molteni, rubata dopo l’agguato mortale. In aula anche l’avvocato dello studio che curava gli interessi civili e penali di Molteni. «Quella con la Rho era una separazione molto conflittuale – ha raccontato – Dissi di mettere per iscritto gli atti intimidatori che accadevano. Mi diceva: “Avvocato ho paura”, ma non aveva sospetti>. Davanti alla corte anche la ex moglie: «Ci sentivamo ancora, Alfio era un punto fondamentale per la vita di nostro figlio. Era preoccupato, si sentiva pedinato e non sapeva da chi e perché>.