<Non conoscevo neppure Molteni, mi dispiace>. Udienza decisiva oggi nel processo per l’omicidio di Alfio Vittorio Molteni, l’architetto ucciso sul cancello di casa a Carugo la sera del 14 ottobre 2015. Davanti alla corte d’Assise di Como ha parlato a sorpresa Luigi Rugolo, ritenuto dalla procura il ponte tra i presunti mandanti del delitto, la moglie della vittima Daniela Rho e il commercialista e amante Alberto Brivio, e gli esecutori materiali del delitto. Tra questi, Vincenzo Scovazzo, sul banco degli imputati assieme con lo stesso Brivio in questo procedimento.
<Mi dispiace davvero per quello che è successo – ha detto Rugolo in aula – Molteni non lo conoscevo nemmeno. Mi dicevano che minacciava la moglie e le bambine, e che doveva essere spaventato. Io però lo vedevo solo giocare con le piccole e non capivo. Chiesi anche spiegazioni, ma mi dissero che non potevo sapere come stavano le cose>.
Rugolo, già condannato in primo grado a 19 anni in primo grado per l’omicidio, ha parlato a sorpresa e le sue dichiarazioni potrebbero pesare molto nel processo che vede come imputati Brivio e Scovazzo. Prima dell’intervento di Rugolo, avevano scelto di non rispondere Giuseppe De Martino e Michele Crisopulli, anche loro indagati dalla procura nell’ambito dell’inchiesta per l’omicidio.
<Ero senza lavoro – ha raccontato Rugolo – Brivio mi propose di farmi fare dei lavori di recupero credito, promettendomi poi un impegno a tempo indeterminato nella ditta del padre di Daniela Rho per cui lavorava. Mi descrivevano Molteni come un uomo cattivo>. <I soldi per gli atti intimidatori ce li dava Brivio> ha aggiunto. Poi, parlando dell’agguato mortale ha detto: <Volevano sparargli nelle gambe. L’accordo fu per 10 mila euro. Li presi il giorno dopo da Brivio, ma non sapevo che Molteni era morto>. Parole contestate dalle difese, che hanno messo in dubbio la credibilità di Rugolo. Prossima udienza il 18 gennaio prossimo.