<Perdiamo qualcosa di prezioso, non certo per volontà nostra. Dobbiamo prenderne atto ma da qui comunque ripartire e consolidare e sviluppare il rapporto con l’ateneo dell’Insubria>. Il sindaco di Como Mario Landriscina non nasconde il dispiacere per l’addio del Politecnico al capoluogo lariano, ma confida in un’ulteriore crescita dell’Insubria.
<Quando una scuola di grande prestigio lascia il campo è una grande perdita – dice il primo cittadino – Del resto, le ragioni che abbiamo condiviso con il rettore erano oggettive e concrete e si trattava di trovare un finanziamento importante subito per dare garanzie di una continuazione. Il proseguimento poi, al di là dell’investimento dipendeva dal numero studenti, argomento sul quale non possiamo incidere>.
Alcuni docenti del Politecnico sarebbero intenzionati a continuare la collaborazione con Como. <Restano aperte alcune possibilità, tutte da esplorarsi che sono soprattutto legate ad alcuni insegnanti di grande prestigio che sarebbero contenti di restare su Como e c’è dunque la possibilità che siano recuperati con il trasferimento tra atenei>, conferma Landriscina.
Il sindaco assicura che il Collegio della Presentazione non resterà inutilizzato. <Abbiamo già avviato qualche ragionamento con l’Insubria – dice Landriscina – Stiamo consolidando anche dei ragionamenti sull’assetto universitario con la Camera di Commercio e Unindustria per presentare il mese prossimo all’Insubria i nostri intendimenti di sviluppo legati alle peculiarità industriali e alla vocazione turistica del territorio>.
<La speranza è che non vada perduto quanto di buono si è costruito in tema di rapporti tra il mondo accademico e il tessuto economico della provincia>, commenta invece Pierluigi Della Vigna, in passato docente e anima del Polo comasco del Politecnico di Milano, del quale è stato anche il primo prorettore oltre che uno dei fondatori. <Purtroppo entro breve gli studenti non ci saranno più, ma sarà importante riuscire a mantenere, ad esempio, un filo diretto con quelle importanti aziende locali che si sono avvalse delle competenze nate nel Politecnico e che magari anche in futuro, nonostante non ci sia più il polo operativo, potrebbero essere sempre interessate a sviluppare delle sinergie>, dice.