Minacce, calci, pugni, insulti, angherie e violenze, anche quando era in gravidanza. Soprusi proseguiti per anni, finché una donna di Limido Comasco non ha trovato il coraggio di presentarsi dai carabinieri della stazione di Mozzate per denunciare il marito. L’uomo, al termine di una delicata indagine condotta rapidamente dai militari dell’Arma, è stato arrestato questa mattina con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.
Il 4 dicembre scorso, dopo anni di soprusi che proseguivano almeno dal 2013, la donna, supportata da alcuni familiari, si è presentata nella caserma dei carabinieri di Mozzate e ha raccontato la situazione che era costretta a subire. Ai militari, la donna ha riferito di non aver mai trovato la forza di denunciare il marito, 32enne, per il timore di subire ritorsioni ancora più gravi.
Raccolta la denuncia, i carabinieri hanno avviato una rapida indagine che ha permesso ai militari di documentare minuziosamente almeno sei episodi e procedere quindi con la richiesta di misura cautelare in carcere, poi emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Como.
I carabinieri hanno ricostruito continui maltrattamenti. Insulti, minacce, percosse con lesioni personali, episodi di violenza che si ripetevano anche quando la donna era incinta. Più volte, la vittima si era rivolta al pronto soccorso o aveva avuto bisogno di cure mediche, ma non aveva mai raccontato la verità sulle angherie subite.