Una trentina di tende piantate da volontari e cinquanta persone, migranti e senzatetto, che da settimane vivono stabilmente nell’autosilo Valmulini. Una situazione ormai fuori controllo, con il prato all’esterno dell’area trasformato in una gigantesca toilette a cielo aperto.
“Tre quarti delle persone accampate non ha fogli di rimpatrio – spiega Patrizia Maesani, capogruppo di Fratelli d’Italia –. Quindi hanno diritto di stare in Italia. Detto questo, Valmulini è una struttura pubblica, a me interessa ristabilire l’ordine pubblico e garantire la tutela sanitaria, elementi che mi stanno a cuore tanto quanto il problema umanitario. Bisogna intervenire con intelligenza – conclude Maesani – sgomberare senza un’alternativa serve solamente a disperdere queste persone in città”.
Vittorio Nessi, capogruppo di Svolta Civica dal canto suo parte dalla situazione del 2016 e dal lavoro della giunta Lucini che ha dovuto far fronte all’emergenza-stazione. “Qui si parla di cinquanta persone – dice – La giunta Ladriscina prenda esempio da Lucini e Magatti e risolva questo problema”.
In queste ore è intervenuta anche l’Associazione Como Accoglie che attraverso un comunicato diffuso in mattinata ha voluto chiarire la propria posizione ripercorrendo il lavoro fatto. “Abbiamo cercato di rendere meno drammatica la realtà di queste persone e di creare i minori disagi possibili alla popolazione di Como – scrivono – hanno sostato in una zona isolata, non in uso durante la notte”. “Solo quando l’autunno si è fatto avanti abbiamo messo a disposizione dei materassi e quando le temperature si sono fatte insostenibili – viene precisato – abbiamo montato delle tende, soluzione estrema e provvisoria che speriamo possa avere fine in breve tempo”.
Al termine del comunicato viene ribadita l’esigenza di trovare una soluzione da parte delle istituzioni e la necessità di reclutare altri volontari