Il Tribunale Cantonale Amministrativo del Ticino ha accolto il ricorso di un’azienda svizzera contro la Lia, la legge sulle imprese artigiane che impone a chiunque lavori in Svizzera – italiani compresi – l’iscrizione a un albo.
Normativa, questa, descritta a più riprese come lesiva della libera concorrenza, sia dal fronte svizzero che da quello italiano.
E che ora, dopo il colpo assestato dalla giustizia amministrativa del Ticino, rischia di essere definitivamente accantonata.
Il ricorso accolto dal tribunale cantonale amministrativo era stato presentato da una ditta del Sopraceneri che si occupa di mobili, complementi d’arredo e posa di pavimenti. L’azienda contestava come l’obbligo di iscrizione all’albo artigiani limitasse “il suo diritto di svolgere l’attività economica”.
Una tesi evidentemente condivisa dal giudice ticinese, che ha giudicato l’iscrizione all’albo lesiva della libertà economica e ha dato ragione all’azienda.
Dopo questa sentenza-pilota, molte altre imprese artigiane potrebbero percorrere la stessa strada, e quindi oltreconfine c’è chi sostiene come l’albo istituto dalla Lia abbia le ore contate.