Nuova puntata delle Iene sui presunti abusi sessuali al preseminario San Pio X di Roma: nella puntata di settimana scorsa l’invitato Gaetano Pecoraro aveva raccolto la testimonianza di due ragazzi che raccontavano continui abusi da parte di un seminarista, poi ordinato prete nella diocesi di Como. II giornalista Mediaset aveva incalzato il vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, e in serata la Diocesi aveva risposto con uno stringato comunicato stampa nel quale ribadiva come le accuse mosse dai giovani del preseminario fossero state già valutate e che il seminarista ordinato prete fosse stato giudicato idoneo al sacerdozio. Nelle ore successive il Vaticano aveva riaperto il dossier sulle violenze sessuali nel preseminario San Pio X di Roma e il vescovo di Como monsignor Oscar Cantoni aveva allontanato temporaneamente dalla sua comunità il sacerdote della diocesi coinvolto nella vicenda. Nella puntata di ieri sera, Pecoraro ha incalzato l’ex vescovo di Como, Diego Coletti. (qui il link dove vedere il servizio www.iene.mediaset.it/video/scandalo-in-vaticano-nuove-testimonianze). Coletti ribadisce in sostanza di aver verificato e di non aver trovato sufficienti riscontri per aprire una procedura. Non la pensa così don Andrea Stabellini, ex vicario giudiziale della Diocesi di Como, che punta il dito contro l’ex vescovo e aggiunge che Coletti chiese di non dar luogo a procedere.
La vicenda dei presunti abusi sessuali sollevata dalle Iene sta scuotendo non solo il Vaticano, ma anche Como. Rompe gli indugi don Roberto Pandolfi, parroco di Grandate, che pubblica sul sito della parrocchia una lettera dai contenuti molto forti.
“Di certo i dubbi e le perplessità che emergono dalla visione di quel programma televisivo sono molti”, premette il sacerdote, che poi chiede alle alte sfere ecclesiastiche la massima trasparenza: “Non è forse ora di fare chiarezza senza rifugiarsi dietro i comunicati stampa e dando pubblica relazione dei fatti attraverso una conferenza stampa alla presenza di tutti i giornalisti interessati alla questione? Che cosa si teme? O forse si pensa di trarre beneficio dal ruolo di vittime intervistate a bruciapelo, per strada? Non dimentichiamoci che il primo modo per alimentare la cultura del sospetto è quello di rispondere in modo evasivo alle domande o di non rispondere affatto o di fuggire precipitosamente”.
In serata il comunicato ufficiale della Diocesi di Como.
“I presunti fatti denunciati a mezzo lettera nel 2013, in seguito agli accertamenti conclusi nel 2014 da parte di tutte le competenti sedi ecclesiastiche, erano stati ritenuti infondati e tutte le valutazioni sulla personalità del seminarista erano risultate positive. Tra la documentazione prodotta non risultava alcun parere negativo da parte delle persone a conoscenza della vicenda.
Per questa ragione monsignor Oscar Cantoni, nominato Vescovo di Como il 4 ottobre 2016, ha ordinato presbitero il giovane, non ravvisando in quel momento alcun elemento ostativo.
Solo recentemente sono stati portati all’attenzione della Diocesi di Como nuovi elementi che sono stati oggetto di disamina durante la scorsa settimana.
Auspicando da parte di tutti i soggetti coinvolti in questa triste vicenda la piena collaborazione e la prudenza di non emettere giudizi affrettati prima di una sentenza definitiva, unitamente alla Santa Sede, si confida di poter fare finalmente piena luce su quanto effettivamente accaduto, con la massima determinazione, senza alcuna reticenza”.