Oltre 5mila persone sono transitate dal centro di accoglienza di via Regina a Como in un anno, attualmente sono 200 gli ospiti della struttura, gli ultimi (una ventina circa) sono arrivati nei giorni scorsi.
Numeri – ribaditi oggi dal direttore della Caritas diocesana, Roberto Bernasconi – che raccontano di una rete di volontari il cui lavoro è incessante e di una città di frontiera che non si sottrae di fonte a nuovi arrivi e a una necessità che sembra non finire.
“E poi c’è il capitolo minori non accompagnati – spiega Bernasconi – dei 5mila migranti, quasi 2mila sono minori arrivati qui da soli. In questo momento oltre un centinaio è in capo al comune di Como e sono stati affidati alle comunità. Una 60ina è ancora all’interno della struttura di via Regina in attesa di una collocazione”.
E gli ultimi sbarchi fanno pensare che queste cifre potrebbero di nuovo aumentare in fretta. Quello di via Regina – lo ricordiamo – è un campo governativo, è un punto di accoglienza temporaneo. All’uscita molti si trasferiscono nei Cas (i Centri di Accoglienza Straordinari del territorio), altri si rimettono in viaggio per raggiungere amici o parenti in Italia o all’estero, altri ancora restano per strada.
“L’unico appello che posso lanciare è prendere atto che la nostra città ha al suo interno questa componente, ogni azione sociale e politica deve tenerne conto – dice Bernasconi –. Bisogna guardare a questo fenomeno con cuore e testa. Se lavoriamo tutti insieme possiamo fare la differenza e la nostra gestione può essere un modello da esportare”.
In questo senso Bernasconi chiarisce inoltre di avere intrapreso un percorso di collaborazione con la nuova amministrazione comunale.
Intanto sul fronte accoglienza è stato annunciato ieri ai fedeli di San Giuseppe a Como che è stato sospeso il servizio colazione all’oratorio, che tante polemiche aveva sollevato (alcuni genitori avevano anche ritirato i figli del catechismo). Il parroco, frate Antonio Belingheri, ha ricordato sin dall’inizio che si trattava di un esperimento e ha fatto una breve comunicazione alle messe domenicali.
“Noi abbiamo tentato per due settimane anche questa possibilità ma i ragazzi stranieri non hanno partecipato – ha confermato Bernasconi – quindi abbiamo deciso di sospendere e indirizzare i volontari che si erano messi a disposizione sul servizio mensa in centro, alla chiesa del Gesù. Questi ragazzi non hanno capito che si trattava di un’opportunità per consumare la colazione al chiuso in uno spazio più che dignitoso e hanno scelto di continuare a fare come sempre fatto – aggiunge – molti hanno preferito restare all’aperto a San Rocco in particolare coloro che avevano trovato riparo sotto l’autosilo Valmulini. Basta il passaparola tra di loro poi per il successo o l’insuccesso di un’iniziativa”.