“Tutti possono dar consigli, ma questo è il momento delle decisioni. E in questo momento, gli unici a poter prendere decisioni sono soci, dirigenti e staff. Ma io sono convinto che Cantù non perderà il suo legame con il basket”.
Parola di Pierluigi Marzorati, uomo di sport, ex cestita, ma soprattutto bandiera della Pallacanestro Cantù. Nei giorni scorsi si sono rincorse le voci su un possibile disimpegno della famiglia Gerasimenko. Lunedì è in programma l’assemblea dei soci, in seconda convocazione. In base a quanto trapelato, all’ordine del giorno non solo le dimissioni del presidente, Irina Gerasimenko, ma anche variazioni dello Statuto che riguarderebbero le percentuali di voto in alcune scelte. Le voci hanno riguardato anche un’ipotetica cessione del titolo sportivo, anche alla luce della sostanziale rottura tra proprietà e piazza brianzola, scenario che potrebbe non essere da escludere a priori. Ma che per ora è stato categoricamente smentito da Toni Cappellari, general manager.
“Se la famiglia Gerasimenko dovesse andarsene – dice Marzorati – Cantù non rischierebbe di perdere la sua squadra. Anzi. Si potrebbero trovare persone del territorio interessate: non è facile, ma nemmeno difficile come si pensa. Non dimentichiamo che solamente due anni fa Cantù aveva tremila abbonati, sono grandi numeri e quando una squadra può contare su un simile tessuto di tifosi – dice la bandiera biancoblu – ha sicuramente un futuro”.
Insomma, Marzorati non sembra preoccupato per eventuali “bombe” che potranno essere sganciate nell’assemblea di lunedì. “Le uniche bombe – dice – sono i tiri da tre”.