Lo sciopero dei giocatori della scorsa settimana, i risultati sportivi altalenanti, l’ormai netta distanza tra la piazza canturina e la proprietà.
Sono tempi molto difficili per la Pallacanestro Cantù, oggi di proprietà della famiglia russa Gerasimenko. La situazione potrebbe complicarsi lunedì, giorno della seconda convocazione dell’assemblea dei soci. In base a quanto trapelato, all’ordine del giorno non solo le dimissioni del presidente, Irina Gerasimenko, ma anche anche variazioni dello Statuto che riguarderebbero le percentuali di voto in alcune scelte.
Elemento tutt’altro che di secondo piano, perché quando Anna Cremascoli decise di vendere la squadra ai Gerasimenko, si premurò di inserire una sorta di clausola di salvaguardia proprio nello statuto: serve l’85% per un’eventuale cessione del titolo sportivo, e attualmente la famiglia Gerasimenko ha l’84% delle quote.
Non che al momento vi siano conferme sulla volontà di cedere il titolo sportivo, ma vista la situazione di difficoltà e la sostanziale rottura tra proprietà e piazza brianzola, è uno scenario che potrebbe non essere da escludere a priori.
Chi, invece, pubblicamente esclude per ora una cessione dei titolo sportivo è il genral manager, Toni Cappellari. “Un conto è cedere le quote azionarie della società – dice – la famiglia Gerasimenko potrebbe farlo anche domani, se solo volesse. Altro conto – risponde Cappellari – è cedere il titolo sportivo, cambiare la città della Pallacanestro Cantù: questa procedura, oltre a essere molto difficoltosa, dipende dalla federazione. Ipotizziamo che la Pallacanestro Cantù decidesse di andare a Palermo: sarebbe la federazione a valutare la documentazione e decidere. Ma è un’ipotesi che, al momento, mi sento di escludere”.
Cappellari aggiunge poi che tutti i giocatori italiani sono stati pagati: quindi, i problemi che avevano innescato lo sciopero di settimana scorsa, sembrano risolti.
Attende invece il corso degli eventi l’azionariato popolare di Cantù, che detiene il 10% della società. “Per ora sappiamo solamente che la presidentessa vuole rassegnare le dimissioni, ma vedremo cosa accadrà”, spiega Mattia Paganoni, presidente di Tutti Insieme Cantù. Che a proposito della distanza tra i Gerasimenko e la piazza canturina, utilizza parole piuttosto eloquenti: “Sono su un altro pianeta”.