«Ero a cinquecento metri dall’attentato di New York». La testimonianza, direttamente dall’America, arriva dall’imprenditore comasco Michele Viganò, general manager delle Seterie Argenti oltre che promoter e sponsor di eventi culturali in città. Il comasco era da un cliente, a poca distanza dal Lower West Side di Manhattan, dove un furgone ha invaso una corsia riservata ai ciclisti investendo numerose biciclette. Il bilancio al momento è di 8 morti e 11 feriti, alcuni molto gravi, tra cui alcuni agenti di polizia.
Le forze dell’ordine americane hanno fermato un uomo di 29 anni di nazionalità uzbeca e residente a Tampa, che avrebbe detto di aver agito per conto dell’Isis.
Ieri, quando in Italia era sera, poco dopo l’attentato Michele Viganò ha parlato al telefono con il Corriere di Como. «Al momento dell’attentato ero a cinquecento metri di distanza – ha raccontato Viganò – Ero da un cliente e, sembra incredibile ma è così, sono stato avvisato dall’Italia. Non ce ne eravamo accorti».
L’imprenditore comasco ha anche raccontato quale fosse l’atmosfera nella Grande Mela dopo l’attentato, un misto tra sgomento e voglia di andare avanti e non farsi vincere dal terrore. «Le strade sono tutte bloccate dalla polizia. In questo momento sono a Manhattan, tra West Broadway and Grand Street. E’ pieno di agenti e c’è una atmosfera irreale. Si vedono, allo stesso tempo, persone tristi per quello e è successo e gente in maschera, tutta allegra per la festività di Halloween. Ne parlavo anche con il mio tassista, che è di Santo Domingo: anche lui era molto amareggiato e mi diceva che certe cose non devono accadere, che non si può più vivere così. Si vedono ancora elicotteri nel cielo e soprattutto c’è il pensiero per le famiglie che si sono trovate da un momento all’altro senza i loro cari».