Affluenza alle urne al 41,6% in provincia di Como al referendum per l’autonomia della Lombardia. Un dato superiore alla media regionale, che si è attestata a quota 38,2%. Complessivamente, sono stati quasi 210.450 i comaschi che ieri si sono presentati ai seggi per esprimere il proprio voto, per la prima volta in modalità elettronica. Il risultato è stato un plebiscito per il “sì”, che ha superato quota 95%.
I comaschi hanno dunque risposto in modo significativo al richiamo del progetto sull’autonomia. A fronte di una situazione complessiva che ha visto la partecipazione generale in Lombardia al di sotto delle aspettative e comunque nettamente inferiore a quella registrata in Veneto, sul Lario la risposta è stata massiccia. Un dato ancor più significativo se raffrontato alla scarsa partecipazione registrata solo pochi mesi fa in occasione delle elezioni amministrative. Come detto, il “sì” è stato quasi unanime. Il “no” si è fermato al 3,6% e lo 0,8% degli elettori ha lasciato la scheda, virtuale, in bianco.
Il capoluogo lariano è un’eccezione nel contesto provinciale. Il dato della città di Como è infatti nettamente inferiore alla media provinciale. In città, solo il 31,8% degli elettori ha partecipato al referendum. Il record di affluenza spetta a Castiglione d’Intelvi, con il 60,1%, ma in generale il numero di votanti è stato più elevato in tutti i Comuni interessati anche dai progetti di fusione. Il dato più basso è quello di Campione d’Italia, dove i votanti si sono fermati a quota 22%.
Il presidente della Regione Roberto Maroni parla di un successo e si prepara a portare i dati del referendum a Roma. <Oltre 3 milioni di Lombardi sono andati a votare – ha commentato – un risultato oltre le mie aspettative, di cui sono molto soddisfatto. In Lombardia non c’era il quorum, ma se tre milioni di Lombardi sono andati al voto, vuol dire che il tema dell’autonomia è straordinariamente importante e io mi sento l’incarico di questa responsabilità. Ho parlato col presidente del consiglio Paolo Gentiloni questa mattina per illustrargli i risultati del nostro test e ha confermato interesse e il via libera del Governo al confronto su tutte le materie previste dalla Costituzione>.
Il voto elettronico ha registrato qualche intoppo e per molte ore non è stato possibile dare il risultato ufficiale. <Siamo al 99,5 per cento delle voting machine – ha spiegato Maroni – Il voto elettronico, testato per la prima volta, ha funzionato ed è il futuro delle elezioni, perché durante tutte le operazioni di voto non ci sono stati problemi. L’unico problema è sorto dopo la fine delle operazioni di voto per un numero ridotto di apparecchi>.