La Soprintendenza vieta di realizzare la chiatta prevista a Griante per lo stoccaggio e il trasporto dei materiali di scavo degli attesi lavori della variante della Tremezzina. Il nuovo, paradossale capitolo nella lunghissima vicenda legata al nullaosta paesaggistico dell’opera emerge dal parere rilasciato il 22 settembre scorso dall’ente.
Per mesi, la Sovrintendenza ha sospeso il giudizio in attesa di modifiche al progetto ritenute indispensabili. I disegni della variante sono stati cambiati in modo radicale. La strada sarà quasi interamente in galleria e l’impatto sul territorio ridotto in modo sensibile.
Un risultato positivo, che ha una conseguenza inevitabile: lo scavo a monte sarà più lungo e inevitabilmente la quantità di inerti da trasportare in discarica sarà maggiore. Per questo, i progettisti hanno immaginato di realizzare in prossimità dell’uscita Nord della variante una piattaforma provvisoria su cui depositare il materiale di scavo.
La Soprintendenza però non è d’accordo. Chiede di spostare la chiatta, senza indicare una soluzione alternativa. E dire no al punto di raccolta di Griante significa obbligare la futura impresa appaltatrice a far transitare su gomma, sulla Regina il materiale di scavo, con le conseguenze facilmente immaginabili. Il rischio inevitabile è congestionare ulteriormente il traffico già al collasso e soffocare ulteriormente i centri abitati della Tremezzina, di Sala e di Colonno.