Una sera di nuvole e pioggia; una palla di fuoco nel cielo del Triangolo Lariano; lo schianto sui monti nella zona di Barni, esattamente a Conca di Crezzo.
È il 15 ottobre del 1987: un Atr 42 Colibrì della compagnia Ati, in volo tra Milano-Linate e Colonia, in Germania, cade in una zona impervia a circa 750 metri di quota. A bordo 37 persone, 3 membri dell’equipaggio e 34 passeggeri, in gran parte tedeschi. Muoiono tutti.
«Stiamo precipitando» è l’ultimo urlo del pilota alle 19.29. L’aereo era partito quindici minuti prima, in ritardo di circa un’ora sulla tabella di marcia a causa del maltempo e dell’intenso traffico nei cieli. Poi, sopra Lecco, lo stallo dovuto alla formazione di ghiaccio sulle ali e la caduta: tutto in 50 secondi, come poi è stato accertato dalle registrazioni della scatola nera.
Sono passati trent’anni ma il ricordo, per chi ha vissuto e seguito quella drammatica vicenda, è rimasto indelebile. Subito scattano i soccorsi dopo le immediate segnalazioni dell’incidente. Nebbia e maltempo non aiutano il primo intervento. Ci vuole qualche ora per trovare i resti dell’aereomobile, con tutti i mezzi di soccorso confluiti sulla strada del Ghisallo.
La tragedia dell’Atr 42 è una delle più gravi sciagure che hanno colpito il territorio comasco nella sua storia. Il ricordo è ancora forte e toccante. Domenica a Conca di Crezzo è in programma alle 11 una cerimonia ufficiale di commemorazione delle vittime dell’incidente aereo. E’ prevista la presenza, oltre che di esponenti delle istituzioni locali, di colleghi e amici dei piloti, Lamberto Lainè e Pierluigi Lampronti.