Antonio Spallino, storico e indimenticato primo cittadino di Como per ben 15 anni, è morto la notte scorsa, all’età di 92 anni.
Nato il primo aprile del 1925, padre di tre figli – Maria, Franco e l’ex assessore Lorenzo – l’avvocato ha scritto pagine fondamentali della politica e dell’amministrazione della città ma è stato capace anche di altre grandi imprese, a partire dallo sport. La Medaglia d’oro di fioretto a squadre conseguita ai Giochi Olimpici di Melbourne (1956) ne è forse il simbolo più prezioso.
Avvocato civilista e amministrativista specializzato in diritto urbanistico, cassazionista, Spallino ha ben presto seguito le orme del padre Lorenzo, ministro delle Poste, anche in politica. Sotto lo scudo della Democrazia Cristiana, ala sinistra ma vissuta sempre con uno spirito libero, venato da forte indipendenza e difficilmente irregimentabile nelle classiche logiche di corrente, Spallino diventa assessore all’Urbanistica nel 1965. Cinque anni dopo, il passaggio cruciale: l’avvocato è il nuovo sindaco di Como. Quindici anni più tardi la città sarà cambiata nelle sue fondamenta e un provvedimento inciderà come forse nessun altro nella storia recente del capoluogo: la pedonalizzazione del centro storico. Una scelta che per l’epoca fu qualcosa più di una rivoluzione.
Le proteste in città murata furono enormi, gli scontri politici feroci, l’espulsione delle auto da via Cesare Cantù o piazza San Fedele pareva un’eresia inaccettabile. Oggi, trovare qualcuno che non ritenga quello uno dei provvedimenti più illuminati mai presi per la città è impossibile. Così come preveggente fu la tutela urbanistica applicata su tutto il centro storico.
Rispettato anche dagli avversari politici dentro e fuori il Comune per 15 anni – non di rado costretto ad estenuanti confronti con i vertici Dc e con il pentapartito tutto sulla composizione dei suoi esecutivi – soltanto una congiura orchestrata dalle segreterie di Dc e Psi lo privò di un altro mandato da sindaco, nel 1985. Rimase consigliere fino alla fine, poi lasciò per sempre l’assemblea cittadina.
Tra il 1977 e il 1979 fu commissario straordinario della Regione Lombardia nell’emergenza per il disastro diossina dell’Icmesa di Seveso ma gli impegni assunti in prima persona a servizio della città – dal Centro Volta al Panathlon – sono stati tanti e pressoché sempre coronati da successi e apprezzamenti.
Un signore autentico: nei modi, nel linguaggio, nel pensiero e persino nella silouhette elegante e inconfondibile. Como ha perso davvero uno dei suoi figli più amati.
I funerali sono in programma per domani, venerdì 29 settembre, a Montesolaro alle ore 10.
apprendo con rammarico la scomparsa di Antonio Spallino. con Lui si perde il meglio di una Como Storica e gloriosa. persona meravigliosa, aveva nell’animo valori altissimi e che dimostrava con il suo operato. un vero gigante nella vita,nello sport,nel lavoro,nell’impegno per la sua Città.
un uomo, un vero uomo che tutta la città ricorderà e rimpiangerà.
L’ultimo Sig. Sindaco… poi il nulla, Grande Uomo Grande Persona… r.i.p.