La riunione di Confesercenti Como ha portato a galla anche altri dati, al di là delle polemiche viabilistiche. Per quanto riguarda il capoluogo, notevole il dato emerso sui morosi della tassa di occupazione del suolo pubblico: ben 42 soggetti per un mancato introito del Comune di 91.500 euro nel trienno 2013-2015.
La stessa associaizone ha diffuso oggi i dati sulle attività commerciali al dettaglio : in 10 anni – dal 2007 al 2017 – in provincia di Como, il calo è stato del 19,4%, con le attività passate da 5.754 a 4.644, 1.120 in meno. Un crollo molto superiore rispetto al -11,2% nazionale. Sul Lario hanno invece tenuto alberghi e ristoranti grazie a un incremento dell’1,5%, passando da 3.781 a 3.837, pur basso rispetto all’aumento a livello nazionale del 16.6%.
“Il confronto tra i dati della provincia di Como e quelli nazionali – ha analizzato il presidente di Confesercenti Claudio Casartelli – dimostrano che l’effetto Clooney non basta a generare un boom di imprese nel settore alberghiero e della ristorazione senza incentivi e programmazione. Emerge anche – chiude Casartelli – che la crisi economica nel settore del commercio al dettaglio ha avuto un impatto doppio che nel resto del Paese”.
le nozze non si fanno con i fichi secchi
Forse Confesercenti non si è accorta del decollo – verticale – del commercio elettronico, l’e-commerce.
Se su questi store on line, per ogni tipo di articolo, io trovo una varietà amplissima del singolo articolo, perché mai dovrei rivolgermi al negozietto?
Poi, posso capire che in questo modo Confesercenti perda una buona parte del proprio potere, ma il mondo cambia, come del resto è sempre successo.
L’avvento dell’automobile, per esempio, mandò in rovina i trasporti su carrozze.