Dopo il primo caso sollevato ieri dal Corriere di Como, il quotidiano lariano riporta oggi un secondo episodio: un altro bambino respinto dalla scuola dell’infanzia. Anche se, in quest’ultimo caso, il bambino teoricamente sarebbe potuto entrare in classe. La madre del bambino, in base a quanto emerso, avrebbe, entro i termini previsti dalla legge, chiesto un appuntamento all’Ats competente per visionare il piano vaccinale del proprio figlio e valutare come agire. La richiesta di un appuntamento però non sarebbe stata considerata sufficiente da parte del dirigente scolastico, che avrebbe così negato al bambino l’ingresso al nido. In realtà, nella circolare ministeriale viene specificato come “limitatamente all’anno scolastico e al calendario annuale 2017/2018, al fine di agevolare le famiglie nell’adempimento dei nuovi obblighi vaccinali, in alternativa alla presentazione della copia della formale richiesta di vaccinazione, il genitore potrà dichiarare di aver richiesto alla Asl di effettuare le vaccinazioni non ancora somministrate”. Stando alla ricostruzione, quindi, il bambino sarebbe potuto andare a scuola, e il dirigente al limite avrebbe dovuto dovuto segnalare l’anomalia all’Ats (l’ex Asl).