Protesi, anche di bassa qualità, commercializzate grazie all’aiuto di dottori conniventi: c’è un medico comasco – denunciato e sospeso dal servizio – tra i 21 coinvolti, a vario titolo, nell’operazione “Disturbo”, svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Milano e coordinata dalla Procura della Repubblica di Monza. Quattordici le ordinanze di custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari. Sei i dottori indagati e denunciati a piede libero, tra i quali il comasco.
Medici e specialisti, secondo le accuse, avrebbero ricevuto denaro, regali, viaggi, vacanze per favorire l’acquisto da parte di specifiche protesi, arrivando a moltiplicare il numero delle operazioni eseguite con la complicità anche di medici di base. Avrebbero agito, secondo gli inquirenti, “a discapito della salute pubblica”, aumentando gli “utili” della società produttrice delle protesi e ottenendo utilità e vantaggi personali.
Il “disturbo” – di qui il nome dell’operazione – sarebbe stato pagati ai medici sotto varie forme. Soldi, con un contributo mensile, ma anche biglietti aerei e altri regali. Le indagini, coordinate dal Pubblico ministero Manuela Massenz, si sono svolte tra il 2014 e il 2017 e sono partite da una denuncia di un dipendente del Policlinico di Monza. Nel corso di diverse telefonate, intercettate dagli inquirenti, alcuni medici avrebbero parlato della scarsa qualità delle protesi.