Un monumento al nulla. Dopo anni di proclami, intenzioni e presunti progetti di rilancio – per ora il Politema resta quello che è ormai da 12 anni a questa parte: un potenziale tesoro in disarmo. Con qualche aspetto surreale di contorno, che emerge adesso e – per cosi dire – non guasta.
Ieri in consiglio comunale è infatti approdato l’ultimo bilancio della Società Politeama – di cui il Comune di Como ha l’81% delle quote – è riuscito ancora una volta nella non semplice impresa di andare in rosso. La cifra del passivo in assoluto non è enorme – si parla per l’esattezza di 5.128 euro – ma diventa paradossale in relazione alla vicenda in sé.
Basti pensare che Comune – che ha l’81% della società, in realtà non può decidere sostanzialmente nulla poiché il restante 20% è in mano a privati per la stragrande parte irreperibili, sconosciuti o – in molti casi – defunti.
Nel contempo, in questa situazione di paralisi, sempre il Comune nomina ogni tre anni un amministratore unico. Per il quale – ma la novità si scopre solo ora – i soci, cioè fondamentalmente sempre Palazzo Cernezzi, hanno stabilito un emolumento di 5mila euro annui. Ovvero, per coincidenza, la stessa cifra che ha portato il bilancio della società in rosso.
La conclusione è facile: il Politeama va a pezzi, progetti di rilancio non se ne vedono, ma la sola esistenza di una società di gestione ne produce un bilancio in passivo.
“Entro il 30 settembre – ha annunciato in aula l’assessore al Bilancio, Adriano Caldara – dovremo decidere cosa fare di questa società, anche in base alle leggi nazionali”. E l’ipotesi della cancellazione di un piccolo carrozzone improduttivo, non è utopia.