etoNon sono bastate le recinzioni collocate da Comune di Como e Como Servizi Urbani, nei mesi scorsi, per evitare il ritorno dei migranti nei locali dell’autosilo Valmulini. Le immagini di oggi, infatti, testimoniano senza possibilità di equivoco che i grandi spazi al piano terra della struttura sono ancora abitati. Nel senso pieno della parola.
Poco o nulla, dunque, è cambiato dallo scorso mese di maggio, quando per la prima volta una situazione identica venne documentata. Nonostante le reti, oggi nel ventre dell’autosilo è attivo un vero e proprio mini-villaggio ordinato e con una sua vita quotidiana.
Ci sono giacigli fatti di cartoni e coperte, grandi sacchi con vestiti e altri capi assortiti, e persino tutto il necessario per tenere pulito il locale coperto al piano terra della struttura: una scopa, una paletta e qualche sacchetto per raccogliere l’immondizia.
E poi ancora, ombrelli appesi, biciclette e borse. Particolare significativo di una situazione che è lontana dagli occhi ma evidentemente per nulla ignota: i cartelli affissi alle recinzioni che teoricamente dovrebbero impedire l’accesso, con tanto di spiegazioni in inglese e francese su come operare un minimo di raccolta differenziata dei rifiuti.
Le presenze sembrano molte meno della ventina della scorsa primavera, ma i migranti che vi dormono hanno sempre lo stesso obiettivo: trovare un giaciglio di fortuna evitando di entrare nel campo governativo di via Regina, nella speranza – forse – di trovare un modo per varcare il confine, prima o poi.