Si profila l’unità di intenti tra maggioranza e opposizione per indagare le eventuali responsabilità nelle anomalie che hanno portato alla chiusura totale del viadotto dei lavatori. E il primo a tendere la mano verso i banchi della minoranza è il sindaco di Como, Mario Landriscina, che si dice completamente d’accordo con l’ex magistrato – e oggi capogruppo in consiglio comunale di Svolta Civica – Vittorio Nessi sulla necessità di risalire alle cause del problema e a definire i ruoli di progettisti o esecutori.
«Raccolgo in modo positivo il contributo che giunge dal capogruppo di Svolta Civica – dice il sindaco Landriscina – e, senza voler sembrare presuntuoso, confesso di aver già riflettuto sulla vicenda, sin dai primi giorni, nei termini proposti ora da Nessi». Il primo cittadino richiama i due concetti «che – dice – mi hanno sin qui guidato nel lavoro amministrativo: trasparenza e responsabilità». Su questa base, prosegue Landriscina, «è giusto e corretto verificare se le opere siano state progettate ed eseguite in modo giusto».
Anche sul fronte amministrativo, però, c’è un nodo ancora da sciogliere. Ovvero – come riportato qualche giorno fa dal “Corriere di Como” – la mancata manutenzione del viadotto dei Lavatoi tra il 2014 e il 2015 erano stati stanziati 400mila euro nel piano triennale delle opere. La cifra, però, non venne utilizzata.
«Dobbiamo capire i motivi per cui il progetto non venne mai completato», afferma il sindaco, che sembra quasi prefigurare una sorta di inchiesta per poi spiegare ai cittadini e al consiglio comunale origini, cause e rimedi per il malconcio viadotto. Nel frattempo, Landriscina si dice pure disponibile a incontrare i sindaci dei paesi della cintura urbana per discutere con loro i correttivi alla viabilità da mettere in atto prima che il traffico torni a farsi “pesante”. «Mi auguro che i colleghi portino qualche buona idea – conclude il primo cittadino del capoluogo – insieme possiamo trovare soluzioni a un problema che si farà sicuramente sentire alla ripresa delle attività e della scuola».