Certo, rispetto a un anno fa – quando Como affrontò sul serie l’emergenza migranti – la situazione è radicalmente cambiata. Ma se gli scenari della stazione San Giovanni trasformata in un enorme e improvvisato campo di accoglienza difficilmente si rivedranno, l’effetto “zero sbarchi” o quasi che si vive al Sud Italia soprattutto dall’inizio di agosto, qui ancora non c’è. O almeno non c’è del tutto.
Il campo di via Regina ad esempio, non è al culmine della capienza ma è tutt’altro che vuoto. La media delle presenza degli ultimi giorni si è infatti attestata tra la 230 e le 250 presenze. E tenendo conto che a luglio i dati ufficiali nazionali parlano di un 57% in meno di sbarchi rispetto allo stesso mese del 2016, si capisce come quella percentuale ancora non tocchi Como.
La conferma arriva dal direttore della Caritas diocesana, Roberto Bernasconi.
“Il quadro è certamente meno complicato rispetto all’estate di un anno fa – afferma Bernasconi – ma le presenze in via Regina sono ancora decisamente significative. E gli arrivi, anche se rallentati, sono affatto cessati”.
Di sicuro non sono crollati come invece sembra accadere nel Canton Ticino. Un caso è eloquente: il centro di accoglienza di Rancate, vicino a Mendrisio. Aperto nell’agosto del 2016, quello stesso mese – fonte Stato maggiore cantonale – arrivò ad ospitare 3mila migranti. Ebbene, in tutto il luglio scorso le presenze di sono fermate a 828, oltre duemila in meno.
“Como – spiega ancora Roberto Bernasconi – rimane un punto particolarmente sensibile, come prima frontiera italiana che continua a essere un punto di attrazione. E’ anche per questo che il cambiamento di tendenza si è avvertito meno dalla nostra parte”.
Infine, dal direttore della Caritas di Como, anche una stilettata al consigliere Alessandro Rapinese, che ha proposto il coprifuoco notturno per i migranti: “Parole che non meritano nemmeno un commento. Sarebbe bene – chiude Bernasconi – che Rapinese si prendesse le sue responsabilità da amministratore pubblico piuttosto che cimentarsi con certe sparate”.