E’ durato un anno esatto il sogno del Comune di Como di dotare la città di un vasto sistema di videocamere anticriminalità disseminate sulle principali artierie urbane.
Con un documento ufficiale di pochi giorni fa, infatti, Palazzo Cernezzi ha definitivamente alzato bandiera bianca e – almeno per il momento – cestinato l’ambizioso progetto. Anzi, nello specifico ha revocato l’aggiudicazione definitiva a beneficio dell’impresa specializzata che nel luglio 2016 presentò l’offerta migliore per installare le telecamere. Da quel momento, però, tra amministrazione e privati scoppiò quasi subito un contenzioso a suon di letteracce e carte bollate per una lunga e tortuosa questione di presunte tempistiche non rispettate, denunciati ritardi e altre accuse reciproche.
Fatto sta che le 10 strade cruciali della città che avrebbero dovuto essere videosorvegliate 24 ore su 24 con occhi elettronici capaci di indentificare in pochi secondi la targa di un veicolo rubato o ricercato, confrontarla con la banca dati del Ministero dell’Interno e nel caso permettere una ricerca immediata, per ora resteranno sguarnite. E non si trattava di viuzze secondarie: nell’elenco del piano anticriminalità figuravano arterie come Pasquale Paoli, Statale per Lecco, Varesina e così via.
E però il bisticcio impresa-Comune ha provocato un effetto domino: dapprima la revoca dei 50mila euro concessi a Palazzo Cernezzi dalla Regione, sul totale di 121mila euro. E ora l’annullamento della gara svolta nel 2016. Con un’unica consolazione: l’impegno dell’azienda a suo tempo vittoriosa di non avviare azioni legali o risarcitorie.
non ho parole!!!!!
Le prime ed ultime telecamere anti criminalità le ha messe un certo Scopelliti…dopo solo criminalità!!