Notte di San Lorenzo. Notte di stelle cadenti. Di sogni e di desideri. Ricorre tutti gli anni questa antica tradizione: sembra che l’evento celeste sia stato osservato per la prima volta nel 36 d.C. e che proprio il 10 agosto fosse maggiormente visibile lo sciame meteorico delle Perseidi.
Il nome è dovuto dal fatto che tutte le scie luminose sembrano provenire dalla stessa direzione, all’interno della costellazione di Perseo.
E se quindi questa notte cercate un luogo buio, lontano dal centro città, vi sdraiate e fate correre lo sguardo lungo la volta celeste, tra le costellazioni Cassiopea e Perseo, il resto lo faranno le “lacrime di San Lorenzo”, santo arso vivo il 10 agosto del 258 d.C., evento da cui nasce la credenza popolare secondo cui tutti coloro che avvistano una stella cadente potranno veder realizzato un loro desiderio.
Qui si ferma la tradizione. Ma le stelle sono anche e soprattutto questione di scienza. Scienza che pur nulla toglie al fascino della volta celeste ma che, anzi, ci permette di sapere quale sarà il momento più propizio per vedere una stella cadente.
“Il picco non sarà stasera, ma nelle prime ore di sabato, tra le 4 e le 5 del mattino – spiega il comasco Corrado Lamberti, astrofisico di fama nazionale – Le stelle cadenti sono granuli di pochi millimetri, massimo centimetri, dispersi dalle comete che perdono materiale quando passano nei pressi del Sole. All’intersezione tra l’orbita terrestre e l’orbita della cometa, lungo la quale sono disposti i detriti, possiamo osservare questo fenomeno. Dobbiamo immaginare due anelli che si intersecano in un punto, ecco perché il fenomeno è osservabile in un preciso momento dell’anno. Quest’anno – conclude Lamberti – sarà uno sciame di media intensità: 40-50 meteore all’ora, con la presenza in cielo della Luna che disturberà l’osservazione delle meteore meno luminose”.