Gli apicoltori lariani dicono addio al 30% del miele di quest’anno. Alveari bollenti, fiori secchi tra le cause principali. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti interprovinciale sui più di 24mila alveari presenti nelle province di Como (11.740) e Lecco (12.390). Tutta colpa del gelo prima e del caldo africano poi, spiega Fortunato Trezzi, presidente della Coldiretti lariana: «L’andamento climatico di quest’anno è stato poco favorevole ai nostri apicoltori. Il ritorno di freddo mentre l’acacia fioriva, in primavera, ne ha ridotto le produzioni anche dell’80%, il maltempo arrivato successivamente – aggiunge – ha costretto le api a rimanere nelle arnie, e infine il caldo africano di queste ultime settimane ha mandato in sofferenza le piante con effetti sulla produzione dei nettari. Queste concause hanno avuto una ripercussione importante sulla produzione di un’eccellenza del territorio come il miele lariano: un alimento di qualità, rispettoso dell’ambiente».
I “pastori delle api” — continua l’associazione degli agricoltori —, che a Como sono 408, stanno facendo fronte ad una situazione produttiva che definiscono «disastrosa».
La Lombardia — conclude Coldiretti —, con i suoi 5mila apicoltori e le sue 143mila arnie, rischia di avere quest’anno 500 tonnellate in meno di miele e di prodotti dell’alveare rispetto alle 1.700 tonnellate delle annate normali.