Magari è stato qualcun altro. Ma mito e storia, quando non ci sono (almeno al momento) spiegazioni completamente razionali, possono fondersi efficacemente e offrire racconti su cui è giusto sognare un poco. Dunque piace pensare al mistero della giovane compagna massaia che 70 anni fa nascose un plico di volantini dietro un cartello. Forse in fuga, forse terrorizzata dal rischio di essere additata come la “rossa”, piccola clandestina in una terra che di lì a poco avrebbe, nel ’48, incoronato Alcide De Gasperi.
Che il Lario sia stato terra di scontro tra partigiani e fascisti, soprattutto al tramonto della repubblica di Salò, è cosa nota. I ritrovamenti, tra ordigni, documenti e cimeli vari, sono continui. Stavolta spuntano a Laglio. Si tratta di una serie di volantini infilata dietro un cartello di un’antica edicola appena restaurata. A una prima lettura sembra siano stati stampati tra la fine del fascismo e prima del 2 giugno 1946, giorno in cui si votò per il referendum Monarchia-Repubblica.
E’ stato il sindaco di Laglio, Roberto Pozzi a rendere pubblica la scoperta. Il comune di recente ha avviato il restauro di un’antica edicola-fontana, nella zona di Soldino. “E’ una struttura di fine 800 – racconta il primo cittadino – donata al comune dallo stesso cittadino filantropo, Andrea Sandro Cetti, che lasciò il denaro per edificare l’attuale municipio”.
Purtroppo l’edicola è stata dimenticata per molti anni e il restauro non ha permesso di recuperare gli affreschi. Ma, sorpresa, dietro il cartello che vietava di “lavare, sporcare la fontana, sotto pena di multa”, staccato per essere restaurato, ecco che sono comparsi, sopravvissuti alla prova del tempo gli antichi volantini.
“Un reperto storico che verrà incorniciato sotto vetro e troverà spazio in Municipio”, spiega Pozzi. “Quale mano – conclude – e in quale contesto, avrà nascosto quei volantini di propaganda in quel luogo frequentato dalle massaie lagliesi? In quest’epoca in cui la rete produce e brucia notizie ogni nano secondo, questi reperti di archeologia di propaganda ci possono far sorridere ma anche riflettere e riportare ad un mondo in cui il messaggio politico viaggiava sulle gambe delle persone, per approdi impensabili e segreti…”