Il maltempo che sta flagellando il Lario fa sentire le pesanti conseguenze anche nelle zone agricole. “Preoccupa la situazione a Bene Lario, un Comune in Val Menaggio – spiega la Coldiretti Lombardia – a circa 40 chilometri da Como, dove nella notte tra sabato e domenica una frana ha isolato la stalla di Barbara Barni, 49 anni, che insieme al marito alleva una trentina di mucche”.
“L’azienda è isolata – spiega Barbara – Fango, detriti, ghiaia e rami spezzati hanno invaso la strada di accesso e hanno sommerso un campo di circa due ettari che utilizzo per la produzione di foraggio. Fortunatamente quando è arrivata la frana non c’era nessuno, perché gli animali si trovano in alpeggio sull’Alpe Erba”. I tecnici della Coldiretti di Como stanno monitorando attentamente l’evolversi delle condizioni, a fronte delle continue piogge e della morfologia della zona che è soggetta a frane. “Sono preoccupata – conclude Barbara – se dovesse scendere altro materiale sarebbero a rischio sia la casa che la stalla”. Intanto nella notte un fiume di acqua ha allagato due ettari di mais dell’azienda agricola Rampa di Mesenzana (nel nord della provincia di Varese) rovinando un raccolto che doveva servire a nutrire le mucche della stalla”.
“Dobbiamo fronteggiare un andamento climatico sempre più estremo e imprevedibile – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – che alterna afa e siccità a violenti acquazzoni e tempeste. Nei campi ogni anno registriamo danni sempre ingenti legati al meteo. Ogni estate l’energia termica accumulata genera tempeste sempre più violente. Basti pensare solo alle 12 bufere di grandine che l’anno scorso colpirono fra Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova con 10 milioni di euro di danni. Un bilancio destinato ad aggravarsi con il conto di quest’anno del maltempo”. Nell’ultimo decennio – spiega la Coldiretti – la conta dei danni da maltempo a livello nazionale ha superato i 14 miliardi di euro, mentre nel 2017 la siccità ha colpito i due terzi del territorio agricolo italiano. In Lombardia, dove si tiene monitorato il livello di laghi e fiumi, sul mais e sugli ortaggi si è dovuto anticipare di oltre due settimane le irrigazioni.