Crisi economica, burocrazia asfissiante, pressione fiscale, carenze infrastrutturali, tempi lunghi di pagamento: consultando i dati provinciali dal 2011 ad oggi più di duemila imprese artigiane non esistono più. Parte da questi dati, e dalle difficoltà quotidiane che si trovano a vivere gli imprenditori, il presidente di Confartigianato Imprese Como, Marco Galimberti, in occasione della 71esima assemblea generale dell’associazione oggi a Villa Erba il cui tema è stato “Uomo e artigiano tra innovazione e futuro”.
Presenti i neoeletti sindaci di Como, Cantù e Erba, il governatore lombardo Roberto Maroni, a loro e agli altri politici in sala rivolge un appello affinchè possano garantire stabilità e con il loro lavoro far crescere l’occupazione e consentire il progresso.
Nella relazione il numero uno di Confartigianato parla di carenze infrastrutturali in un’epoca vocata al progresso rilanciando una rete e un’integrazione più puntuale con le direttrici e i centri di primaria importanza della Regione.
Il mercato del lavoro è stato ovviamente al centro delle riflessioni. I cambiamenti imposti dalla tecnologia da una parte e le scadenze con i fornitori, con lo Stato, le tasse, le incombenze burocratiche dall’altra. La ripresa che non è ancora così robusta e vigorosa.
E anche chi vorrebbe avviare un’attività è frenato, la paura di fallire – i timori sono legati soprattutto a burocrazia e fisco – fa sì che in Italia il 64% di chi vorrebbe diventare imprenditore non accetta tale rischio.
“Uomo e artigiano tra innovazione e futuro” si diceva è stato il tema della 71esima assemblea. “L’uomo al centro dell’impresa che deve governare l’innovazione e la digitalizzazione e non diventare vittima del cambiamento” ha precisato nel suo discorso Galimberti ma per “governare la rivoluzione digitale sono necessarie misure legislative capaci di trasformarla in opportunità di lavoro e di sostegno alle imprese”.