La doppia, dolorosissima sconfitta del Pd a Cantù e ad Erba – in attesa di come finirà il ballottaggio a Como – fa sentire i primi scossoni nel partito. D’altronde, i risultati sconfortati nel secondo e terzo centro della provincia parlano chiaro: nella città del mobile, il Pd si è arenato al 10% con il candidato indipendente Alberto Novati che con il 14% non ha nemmeno lontanamento sfiorato il ballottaggio; a Erba non è andata meglio, con il candidato sindaco Enrico Ghioni fermo al 12% e il Pd addirittura sotto il 10%, al 9,6.
Ed è proprio a Erba che la debacle ha prodotto il primo effetto concreto: il segretario provinciale del Partito Democratico, infatti, ha commissariato la sezione, spazzando via la dirigenza che ha gestito la fase elettorale. Un segnale forte, dunque, che ora affida la guida del Pd a un commissario, ovvero il sindaco di Lurago d’Erba, Fedrico Bassani.
A Cantù la scure della segreteria provinciale non si è ancora abbattuta fisicamente, ma non è escluso che qualcosa possa accadere a breve. D’altronde, le primarie svolte a novembre non sono mai state gradite ai veritici, l’esito – con il segretario cittadino del Pd, Filippo Di Gregorio, sconfitto da Novati – è stato determinato in parte proprio dalle spaccature del partito lariano e l’esito disastroso del voto dell’11 giugno ha completato l’opera.
Ora, in termini generali, sarà l’esito del ballottaggio di Como a determinare l’esplosione del partito a tutti i livelli oppure no. In caso di vittoria di Maurizio Traglio, la presa del capoluogo potrebbe essere il classico cerotto sulle ferite. Una vittoria del centrodestra, invece, con ogni probabilità, avrebbe l’effetto di un dentonatore – anche sui vertici provinciali – dagli esiti non pronosticabili.