Forse soltanto un giudice potrà stabilire in via definitiva chi dovrà pagare i 30mila euro ai privati della SAE COMUNICAZIONE INTEGRATA che nel 2014 vinsero il bando comunale per organizzare la mostra “Ritratti di città” a Villa Olmo.
Di sicuro, però, a oggi la figuraccia per il mancato versamento della sostanziosa cifra sembra gravare tutta su Palazzo Cernezzi, nonostante le più o meno velate minacce filtrate ieri circa una possibile responsabilità dell’amministrazione provinciale nella vicenda.
Secondo gli uffici comunali e la giunta del capoluogo, infatti, i 30mila euro reclamati dai privati tramite decreto ingiuntivo corrisponderebbero esattamente a un mancato versamento promesso e poi mai erogato da Villa Saporiti.
Le carte in possesso della Provincia, però, sembrerebbero dire altro. Esiste un carteggio ufficiale, infatti, in cui gli uffici provinciale specificano che in realtà nessun impegno formale venne preso ai tempi dall’ente allora guidato da Leonardo Carioni in merito ai 30mila euro per “Ritratti di città”. Inoltre, nemmeno nei bilanci ufficiali della Provincia venne mai inserita la voce specifica di un contributo alla mostra voluta dall’assessore Luigi Cavadini e realizzata materialmente dalla Sae Comunicazione. Infine, da Villa Saporiti sarebbe partita più di una comunicazione formale diretta al Comune di Como in cui si spiegava che, anche volendo, dal 2015 Villa Saporiti non avrebbe nemmeno potuto erogare la somma perché la Legge Finanziaria dell’epoca introdusse esplicito divieto di spese simili per le amministrazioni provinciali.
Insomma, almeno dal punto di vista della Provincia, le responsabiltà del pasticcio sarebbe tutte comunali. Resta solo da vedere se palazzo Cernezzi vorrà e saprà ristabilire un’altra verità tramite un tribunale.