Patenti facili a Como: l’inchiesta Porte Aperte, coordinata dal pubblico ministero Massimo Astori, ha portato alla luce quella che, secondo la Procura, era una macchina ben avviata.
Non una serie di episodi, ma un sistema collaudato, dove ognuno giocava la sua parte. L’intermediario che procacciava clienti alle autoscuole e le autoscuole che firmavano i registri presenze degli autisti per il rinnovo del certificato del conducente. Il dirigente della motorizzazione che compilava le risposte dei candidati raccomandati dalle autoscuole per l’ottenimento di un patentino speciale.
Due tipi di documento al centro dell’inchiesta: il Certificato di Qualificazione del Conducente (Cqc), un’abilitazione che va rinnovata tramite un corso di 35 ore ogni cinque anni, e il patentino Adr, necessario per trasportare merci pericolose.
Una buona parte dell’inchiesta verte sui rinnovi dei Cqc, per i quali sono finiti nei guai le autoscuole Luigi di Mozzate e Albini di Gravedona e Dongo. Secondo l’accusa, gli autisti hanno ottenuto il rinnovo del certificato senza partecipare alle lezioni, ma pagando una cifra extra per firmare solamente il registro presenze.
In particolare, in un caso – relativo all’autoscuola di Mozzate – uno degli arrestati, Ivan Privitera, secondo gli inquirenti ha svolto un vero e proprio ruolo da intermediario: avrebbe procurato clienti per i rinnovi Cqc. E sempre nell’interesse dell’autoscuola Luigi avrebbe operato Sergio Soldati, dirigente logistica della Parmalat, per far ottenere agli autisti i rinnovi facili ottenendo un tornaconto personale. Parmalat, peraltro, ieri è intervenuta spiegando di essere parte lesa nella vicenda.
I costi: un rinnovo Cqc costa mediamente 350 euro, mentre per un rinnovo facile venivano chiesti almeno cento euro aggiuntivi.
Per il patentino Adr, invece, bisogna sostenere un esame finale. In questo capitolo sono coinvolte le autoscuole Luigi di Mozzate e Catelli di Uggiate Trevano. Qui entra in gioco Antonio Pisoni, funzionario della motorizzazione, che secondo l’accusa ha compilato le schede di alcuni candidati segnalati dalle due autoscuole. Secondo la Procura, quindi, in questo caso si ravvisa l’associazione per delinquere: i patentini facili non erano episodi sporadici, ma il frutto del lavoro di un’organizzazione stabile e collaudata. Una struttura che aveva creato, restando in termini stradali, una corsia preferenziale verso il patentino.