Rapina davanti al centro migranti di via Regina Teodolinda: tre libici sono stati condannati oggi dal tribunale di Como.
L’episodio risale al 19 ottobre dell’anno scorso. Secondo l’accusa, i tre hanno aggredito a pugni un senegalese 17enne che lavorava al centro migranti come mediatore culturale per rubargli cento euro in contanti e un cellulare.
Erano stati quindi arrestati e mandati a processo con l’accusa di lesioni personali e rapina. I tre, Osama Mohamed, 23 anni, Shanbech Sofuan, 30 anni e Mohammed Ali Fajsel, 30 anni, tutti originari della Libia, nel corso del dibattimento hanno ammesso di aver avuto una colluttazione con il giovane senegalese, ma hanno sempre negato la rapina .
Sempre nel corso del processo, la difesa dei tre ha sostenuto come la testimonianza della vittima, senegalese, potesse essere viziata da tensioni etniche tra i libici e le popolazioni del centrafrica: i primi vengono infatti accusati di maltrattare i migranti africani sulle coste libiche prima della partenza.
La pubblica accusa (pm Maria Vittoria Isella) ha chiesto quattro anni. Il tribunale in composizione collegiale (Cremona presidente, a latere Cecchetti e De Gregorio) ha riconosciuto i tre libici colpevoli e, concedendo le attenuanti attenuanti generiche, li ha condannati a 1 anno e 4 mesi e 300 euro di multa, con sospensione condizionale della pena e liberazione immediata.
“Sono soddisfatto per l’esito della vicenda poiché sono state accolte le richieste difensive e riconosciute prevalenti le attenuanti sulle aggravanti”, è il commento dell’avvocato Massimo Guarisco, difensore di due dei tre imputati. Il terzo era invece difeso dall’avvocato Cristian Mazzeo.
I tre avevano avanzato domanda di richiesta d’asilo la mattina stessa del fatto, il 19 ottobre scorso.