“Vorrei riavere il mio orologio prima di morire”. Ci scherza, l’antiquario 83enne di Casnate con Bernate. Ma in realtà è molto determinato: vuole recuperare quel Rolex consegnato nel 2013 a un 68enne calabrese e residente in provincia di Milano, a processo a Como per truffa, ricettazione e falso.
“Era luglio 2013 – ha raccontato oggi la vittima – dovevo rifare il tetto della casa, e così mi sono deciso a vendere un orologio prezioso, ricordo di papà. Un Rolex Prince degli anni Trenta”.
Un orologio piuttosto raro: cassa in acciaio, cinturino in coccodrillo, carica manuale. Può valere fino a 10mila euro.
“Dopo una valutazione – racconta l’uomo – ho deciso di mettere in vendita il Rolex a 7.500 euro su subito.it. Mi ha contattato quindi una persona, interessata a vedere l’oggetto”.
A Bernate si presenta un uomo, racconta l’83enne, “in compagnia di una donna, con un’automobile piuttosto malandata”.
Tra incontro e telefonate, la trattativa dura un paio di giorni e alla fine viene chiusa a 6.900 euro. L’acquirente paga con due assegni circolari da 3.450 euro: assegni, scoprirà il venditore, già incassati. Quindi, carta straccia. Non solo: la carta d’identità mostrata dall’acquirente era rubata e falsificata.
L’83enne riesce a ritrovare l’orologio, tempo dopo, in vendita on line. Avvisa le forze dell’ordine e il Rolex viene sequestrato dalla procura di Cremona, città dove l’orologio è passato di mano per l’ultima volta.
Il Rolex resta sequestrato a Cremona in attesa della fine del processo per ricettazione, e non può essere restituito al legittimo proprietario, l’83enne comasco, parte civile – difeso dall’avvocato Massimo Guarisco – nell’altro processo, a Como, a carico del primo acquirente accusato di truffa.