Dopo più di due anni dal via libera del consiglio regionale oggi l’annuncio del presidente lombardo, Roberto Maroni: il 22 ottobre Lombardia e Veneto voteranno per il referendum sull’autonomia. “Il referendum è lo strumento massimo di espressione della democrazia – ha detto Maroni – la sovranità appartiene al popolo, dice la Costituzione, non ai ministri o ai governatori, o ai sindaci. La consultazione del popolo su un argomento così importante e’ un atto di democrazia”. Molte le perplessità circa i costi della consultazione, stimati in 46 milioni di euro. “Anche le elezioni costano – ha replicato Maroni – allora evitiamo di farle, non le facciamo piu’. Faremo il referendum perche’ e’ giusto farlo, un passaggio rilevante verso una svolta che porta solo benefici per i cittadini lombardi”.
Diffuso anche il testo del quesito:
“Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?”.
Il modello di referendum è di tipo consultivo. Con una vittoria del sì la giunta del pirellone otterrà mandato per chiedere al Governo più autonomia su alcune materie come istruzione e ambiente. Il voto avverrà anche in forma elettronica. Durissima presa di posizione dal Pd. Il segretario regionale, Alessandro Alfieri è netto: “La Lega – accusa – vuole fare il referendum per iniziare così la sua campagna elettorale per regionali e politiche del 2018. Se volesse davvero il trasferimento di maggiori competenze alla Lombardia, Maroni non butterebbe al vento 46 milioni di euro e coglierebbe al volo la disponibilità del governo, espressa dal ministro Martina, di aprire il tavolo per la trattativa. I nostri sindaci e i nostri presidenti di provincia hanno indicato da un anno e mezzo questa strada per avere più autonomia e più risorse. Ora Maroni e la Lega scelgano se vogliono davvero l’autonomia o solo fare una sceneggiata elettorale.”