Antonio Viola al contrattacco. L’ex dirigente comunale ed ex direttore lavori delle paratie di Como cerca di smontare le conclusioni dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, l’organismo guidato da Raffaele Cantone che aveva bocciato la terza perizia di variante e, più in generale, il progetto del mini-mose sulle rive del Lario.
L’avvocato Elisabetta Di Matteo, legale di Viola, ha impugnato di fronte al Tar del Lazio la deliberazione Anac numero 1 dell’8 gennaio 2016, uno dei pilastri sui quali poggia l’indagine su paratie e appalti che vede a processo a Como, con rito abbreviato, sei persone (cinque dirigenti o ex dirigenti comunali), tra i quali proprio Viola, accusato di corruzione.
Nel ricorso si chiede innanzitutto l’annullamento o la dichiarazione di nullità della deliberazione Anac poiché, stando alla ricostruzione di Viola e dei suoi legali, presenterebbe errori di metodo e di merito. Viola, contestano poi gli avvocati ad Anac, non è stato sentito dall’Anticorruzione, quando invece avrebbe potuto chiarire diversi aspetti della vicenda.
Sempre nel ricorso presentato al Tar del Lazio, viene anche sollevata una questione di incostituzionalità sui poteri attribuiti o esercitati da Anac che, secondo il legale dell’ex dirigente, avrebbe svolto di fatto anche funzioni di indagine.
Ora si attende l’invio del provvedimento del tar nel quale si indica la data dell’udienza di discussione: nel caso in cui venisse accolta la questione relativa all’incostituzionalità, il tar sospenderebbe il procedimento per trasmettere gli atti alla Corte Costituzionale.
PURE IO AVREI TANTE BELLE COSE DA DIRE E CHIEDERE AI GIUDICI…