“Viva il turismo, ottima vetrina ma i volumi affari li fanno bancarelle bar e ristoranti, non i negozi”. Così il presidente di Confcommercio, Giansilvio Primavesi. Nei giorni in cui la città è invasa da migliaia di visitatori e gitanti. I numeri per il weekend di pasqua non sono ancora ufficiali ma la sensazione generale è che quest’anno sia un nuovo boom turistico e di riflesso economico per Como. “Certamente è così – dice il numero uno di via Ballarini – e in città si riversano flussi enormi di denaro. È un bene ma per il commercio il discorso è un altro”. Insomma secondo Primavesi il vero vantaggio economico è per chi somministra cibo e bevande e per la fiera di viale Varese. “Non bisogna generalizzare – evidenzia – non è possibile valutare il volume degli affari in base alla gente per strada. Nei negozi tradizionali i clienti vanno per gli acquisti programmati”. Improbabile dunque immaginare, almeno per periodi come questo, un ritorno dello shopping serale. “Chi vuole può aprire – evidenzia – ma i costi di gestione e di personale sono elevati e non credo vi siano concreti vantaggi con i negozi attivi oltre il normale orario di chiusura”.
In linea il presidente di Confesercenti Claudio Casartelli. “Quello di questi giorni non è il turismo ricco, dello shopping – dice – è il turismo del piccolo acquisto, del cibo a poco prezzo. I negozi non ne hanno vantaggio e non ne traggono sollievo”. Insomma, anche per Casartelli, la questione è chiara: “Da tempo – evidenzia – diciamo di non riempirci la bocca con la tanta gente in giro perché non si traduce in un corrispettivo economico. Ci sono quelli che arrivano coi bus da Milano e la schiscetta in borsa. Poi la sera la città deve farsi carico della pulizia e dei rifiuti”. D’accordo con il collega di Confcommercio anche sullo shopping serale: “Non siamo pregiudizialmente contrari ma è troppo oneroso e sono stati pure tolti i voucher. Gli introiti non coprono i costi”.